MAGGIOCIONDOLO
liborn (liburn)
 
 
Laburnum anagyroides Med.
 
 

Caratteristiche morfologiche:

* Arbusto o piccolo albero, caducifoglio, alto 5 - 10 m.
* Tronco spesso flessuoso.
* Corteccia del fusto bruno verdastra, liscia
* Rami giovani pelosi, grigio verdastri.
* Foglie alterne, trifogliate, con foglioline ellittiche di color grigio verde, pelose sulla pagina inferiore.
* Fiori ermafroditi, papilionacei, gialli, odorosi, peduncolati, in grappoli penduti lunghi fino a 30 cm.
* Frutti: legumi verdi, poi nerasti, contenenti semi molto velenosi (sono tossiche tutte le parti della pianta)

Portamento


 

Foglie

Fiori

Frutti
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Caratteristiche biologiche ed ecalogiche:
* Fioritura: da maggio a luglio.
* Impollinazioue entomofila.
* Specie eliofila.
* Sì trova normalmente su suoli superficiali, a ph neutro o basico.
* Specie pioniera e miglioratrice dei sudi tramite labbondante lettiera ed i noduli radicali contenenti batteri che fissano l'azoto atmosferico.

Corteccia
 
 
Si disingue da Laburnum alpinum
per la presenza (a volte) di striatura marroncino
nel petalo,fiori più piccoli e dal grappolo più corto
ricorda che anche il L.alpino è velenoso.

Fibra
 
 


Sfruttamento del legno, usi e proprietà della pianta.
Il legno, ad alburno giallo chiaro e durame castano scuro, è molto duro e si conserva lungamente anche a contatto del suolo; è pertanto ricercato per pali da vite e per piccoli lavori da tornio; come combu-stibile ha elevato potere calorifico. La corteccia fibrosa si utilizza come i vimini per legacci da vite. Questo bellissimo arbusto nasconde nì se un grave pericolo: esso, znfàtti, è velenoso in ogni sua parte specialmente nei baccelli, per la presenza di citisina un alcaloide tossico che provoca convulsioni dei centri vasomotori e respiratori. L'ingestione di 2 soli semi è sufficiente a produrre intossicazione specialmente nei bambini; può addirittura rendere velenoso il latte delle mucche che hanno wnena brucato i rami di questa pianta.

 
 

Habitat Vive in ambienti umidi e temperati, specie in terreni calcarei.

Altre specie Laburnum alpinum Berch.; anche questo velenoso e facilmente confondibile con Laburnum anagyroides Medicus.

Diffusione Molto comune

Sostanze contenute Alcaloidi tossici (cistina e laburnina).

Parti velenose della pianta Tutta la pianta, anche seccata. Pianta molto velenosa, con le sostanze tossiche concentrate soprattutto nei semi, di colore bruno scuro, e nelle foglie.

Sintomi dell’avvelenamento Coliche, ipotensione, sudorazione, crampi, problemi di coordinazione, coma.
Con l'ingestione anche di un solo seme si manifesta l'intossicazione con vomito, crampi, sudori freddi; se si mangia un numero sufficiente di semi, nel giro di un'ora circa dall'ingestione, si può arrivare alla morte anche di un individuo adulto.

Antidoto Si intervenga con lavature gastriche, assorbenti, analettici, applicazioni calde, respirazione artificiale, apidermoclisi. (G.Negri - Erbario Figurato - ed Hoepli)

Curiosità Alcuni animali selvatici tuttavia (come lepri, conigli e cervi) se ne possono cibare senza problemi, e per questo in alcune regioni è ritenuta una pianta magica

   
     
     
     
     
     
 

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

Tutte le parti del maggiociondolo, ed in particolare i suoi semi, sono molto velenosi per la presenza di alcaloidi chinolizidinici, ed in particolare di citisina. I frutti ricordano i baccelli del fagiolo, e possono tentare i bambini ad assaggiarli. In letteratura è anche riportato un caso di avvelenamento collettivo di un gruppo di persone che preparò una frittata con i fiori della pianta, confusi con quelli della robinia. L'avvelenamento grave è molto raro, perché la citisina è molto amara ed è un potente emetico, per cui il gusto repellente ed il vomito aiutano ad evitare il raggiungimento di dosi tossiche di questo alcaloide nel sangue. La citisina mima l'azione della nicotina: ha azione irritante sulla mucosa orale, provoca salivazione massiva e vomito prolungato. I sintomi intestinali prevalgono rispetto a quelli neurologici tipici della nicotina (dilatazione della pupilla, delirio, convulsione e paralisi respiratoria). Anche la ginestra contiene citisina, mentre né il maggiociondolo né la ginestra contengono sparteina.

Il legno del maggiociondolo è molto apprezzato per lavori di tornitura e la fabbricazione di utensili e strumenti musicali. Con l'invecchiamento assume una colorazione scura molto spiccata, che lo fa addirittura somigliare all'ebano. In letteratura è riportato un caso di avvelenamento da maggiociondolo molto curioso, riportato da un farmacista veneto dell'ottocento. Un contadino stava lavorando il legno del maggiociondolo per costruire una ruota proprio vicino al focolare. Alcune scaglie del legno finirono in una pentola dove stava bollendo una minestra di fagioli, che finì per intossicare l'intera famiglia. L'imponenza dei sintomi intestinali osservati fece temere il peggio, ma non morì nessuno.

La citisina ha un profilo farmacologico simile a quello della nicotina, ed ha ispirato la sintesi della vareniclina, un farmaco usato come ausilio per il trattamento della dipendenza da fumo. Anche la citisina è stata usata a questo proposito, con risultati però modesti.