Artemisia annua
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Famiglia Asteraceae

Nome volgare: Assenzio annuale

Caratteristiche Pianta erbacea annua che nei climi temperati può raggiungere i 2 m di altezza. La pianta può assumere un portamento con un solo caule oppure cespuglioso .
Le foglie sono profondamente settate, sino a 5 cm di lunghezza e contengono cellule filamentose.
L’infiorescenza è generalmente di colore giallastro ed è racchiusa da numerose brattee. Vi sono fiori bisessuali circondati da fiori femminili.
Il frutto è un achenio piccolissimo ed i semi sono di dimensioni ridottissime (circa 12000 per grammo).

Fioritura Agosto - ottobre

Sostanze contenute Artemisinina. Il massimo contenuto di artemisinina nella pianta coincide con la fase di inizio fioritura. E’ questo il momento opportuno per la raccolta. Il contenuto di artemisinina nelle infiorescenze è più elevato che nelle foglie.

Nota Questa pianta contiene principi attivi contro la malaria, e già migliaia di anni fa i cinesi la utilizzavano con successo nella cura di questa malattia.

 
Fiore1 - Fiore2 - Foglie -------
Habitat Tipico per queste piante sono le zone ruderali, gli incolti ghiaiosi e sabbiosi; ma anche lungo i sentieri, le scarpate ferroviarie, discariche e bordi delle strade (è una pianta sinantropa). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro e terreno ad alti valori nutrizionali mediamente umido.

Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino - Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.

Questa pianta relativamente anonima e tipica di ambienti degradati, ha delle proprietà medicinali uniche, che la rendono essenziale per la salute di milioni di persone. L' A.. annua è originaria della Cina, da cui si è poi diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo, approfittando anche della crescita degli scambi commerciali con l'Oriente. L'interesse per l' A. annua nasce con la guerra in Vietnam, di cui rimane, e rimarrà probabilmente per sempre, l'unico esempio di beneficio apportato all'umanità. L'Indocina è una zona malarica, ed i campi di battaglia erano le foreste fitte e umide che la ricoprono ancora oggi, un ambiente ideale per gli insetti e la trasmissione della malaria. Americani e Vietcong combattevano non solo fra di loro, ma anche con la malaria. Tuttavia, mentre i soldati americani erano equipaggiati con moderni farmaci antimalarici, i Vietcong non avevano accesso a queste medicine, ed erano alla mercé della malaria. Ho-Chi-Minh, che aveva un fratello erborista, chiese allora aiuto a Mao, che in quegli anni stava modernizzando (per così dire) la Cina.
Nella sua furia anti-occidentale, Mao fa appello alla medicina tradizionale cinese, e promette di aiutare quello che nel giro di pochi anni sarebbe poi diventato un paese nemico della Cina. Siamo nel pieno della Rivoluzione Culturale e dell'epoca delle Guardie Rosse. Le Università vengono chiuse, i Centri di ricerca smantellati ed i ricercatori mandati a lavorare nei campi per rieducarsi. Il sistema educativo cinese è devastato, ma i ricercatori del cosiddetto Progetto 523, incaricato da Mao di trovare un farmaco antimalarico utilizzando le conoscenze della medicina tradizionale cinese, scampano alla deportazione, e la loro struttura rimane attiva. In questo clima di terrore, nel 1971 si scopre che un composto isolato dall' A. annua e poi battezzato artemisinina, ha un'azione antimalarica sbalorditiva, anche sulle forme cerebrali della malattia. Il lavoro viene pubblicato nel 1977, rigorosamente in cinese, e a firma non di singoli ricercatori ma del collettivo di ricerca, provocando scetticismo fra i ricercatori occidentali, a cui la scoperta sembra troppo bella per essere vera, e la struttura proposta per l'artemisinina troppo strana per essere stabile. L'artemisinina è potentissima, e non si era mai visto nulla di simile per combattere la malaria. Persino i ceppi malarici diventati resistenti ai farmaci "occidentali" erano facile preda di questo composto meraviglioso. Per Mao, morto l'anno prima, sarebbe stata la metafora della rivincita della tradizione cinese sulla tecnologia occidentale, anche se la ricetta della medicina tradizionale cinese per l'utilizzo della pianta contro la febbre intermittente comporta un riscaldamento eccessivo che degrada completamente l'artemisinina. Se i ricercatori si fossero attenuti alla lettera alla ricetta della medicina cinese, l'artemisinina non sarebbe mai stata scoperta. Alla fine degli anni settanta era ormai chiaro che i cinesi avevano scoperto qualcosa di importante per il trattamento della malaria, ma l'OMS incontrò molte difficoltà a convincere la Cina a condividere i suoi dati con il resto del mondo, ed in particolare i paesi occidentali.
Il primo articolo sull'artemisinina fu pubblicato dai ricercatori cinesi su una rivista internazionale solo nel 1982, non più a nome del collettivo 523, ma del ricercatore che scoprì effettivamente il composto (siamo ai tempi di Deng Xiaoping della "primavera di Pechino"). Con sorpresa, si scoprì che era una donna, You-You Tu. Tu fu una vera e propria eroina, una sorta di Marie Curie della medicina. Furono le sue conoscenze della medicina cinese a farle capire l'importanza di una ricetta trovata in un antico erbario del 300, in cui, per curare la febbre, si usava il succo della pianta fresca, e non una tisana della pianta secca. Queste condizioni di estrazione non degradavano l'artemisinina, e finalmente si riuscì a trovare un estratto attivo. Per ovviare alle ristrettezze materiali imposte dalla Rivoluzione Culturale, Tu ed i suoi collaboratori furono i primi volontari a cui il farmaco venne somministrato per valutarne la tossicità, che, per fortuna, risultò bassissima. Quando USA e Cina ristabilirono relazioni diplomatiche, fra i tanti punti nell'agenda che Deng e Carter discussero nel loro primo incontro ci fu pure l'artemisinina, oggi diventata, dopo addomesticamento chimico per migliorarne l'assorbimento, un componente essenziale nei cocktail di farmaci usati per il trattamento della malaria. L'artemisinina è anche in studio come agente antitumorale.
L' A. annua cresce rigogliosa nei nostri incolti, dove ne faremmo magari a meno visto il suo aspetto non proprio idilliaco, ma ha difficoltà a crescere dove ce ne sarebbe invece più bisogno, cioè in Africa. Oltre il 90% delle persone che muoiono di malaria sono africani, sovente bambini piccoli con meno di 5 anni, ma il clima africano non è, in genere, adatto alla crescita della pianta perché troppo caldo e secco. D'altro canto, in molti paesi africani la povertà è tale da rendere impossibile terapie il cui costo giornaliero sia superiore al dollaro. Con un costo medio di 100 Euro/Kg, l'artemisinina è per noi un farmaco molto economico (la vincristina che ha trasformato la leucemia infantile in una malattia curabile costa oltre un milione di euro al Kg, ed è stata a lungo commercializzata a prezzo politico e non di mercato). Un dollaro al giorno è il reddito di molte famiglie africane, e rappresenta un costo proibitivo per un farmaco. L'artemisinina è ancora oggi un enigma scientifico. Funziona, ma non si sa bene come, in barba alle ambizioni della moderna ricerca farmaceutica. Una tisana di foglie della pianta rappresenterebbe una forma economica di terapia, ed è stato dimostrato che l'artemisinina è assorbita da infusi di A. annua preparati con acqua calda e non bollente. Negli infusi sono anche presenti composti che potenziano l'azione antimalarica della artemisinina e ne facilitano l'assorbimento, che rimane, tuttavia, molto variabile. Dato che il contenuto di artemisinina della pianta è ancora più variabile, l'OMS sconsiglia non solo l'utilizzo dell'artemisinina in monoterapia (cioè non in combinazione con altri farmaci antimalarici), ma, soprattutto, l'utilizzo di decotti della pianta come alternativa al prodotto puro. Dosi sub-ottimali di artemisinina non associate ad altri farmaci antimalarici finirebbero infatti per selezionare varietà resistenti di parassita della malaria.
E' la stessa ragione per cui non completare i trattamenti antibiotici prescritti dal medico è una specie di sabotaggio al sistema sanitario. Ci si sente meglio perché la malattia è sotto controllo ed i suoi sintomi sono passati, ma l'agente infettivo non è stato eliminato, è stato semplicemente decimato, selezionando "reduci" resistenti al farmaco, pronti ad attaccare di nuovo alla prima occasione, e resistenti al farmaco usato in precedenza.
Le piante hanno giocato un ruolo chiave nella storia dell'umanità. Personaggi come Colombo, Vasco de Gama e Magellano, prima ancora di essere esploratori, erano cercatori di piante, e fu il pepe più che la voglia di sapere e conoscere ad innescare l'Eta' delle Esplorazioni. L' Artemisia annua ci ricorda quanta storia abbiano da raccontarci e quanto rispetto dovremmo portare anche quelle che ci sembrano solo delle piante anonime che crescono in ambienti degradati quali i binari di una stazione od il bordo di una discarica.