Famiglia: Valerianacee

Nome volgare: Valeriana rossa

Caratteristiche Cespuglio perenne, alto 30-70 cm, legnoso alla base, glabro, glauco grassetto, con fusti eretti o ascendenti e ramosi che spuntano da un rizoma sotterraneo assai sviluppato.
Foglie di colore verde, quasi lucido, ovali o ovali-lanceolate, le inferiori con picciolo, le superiori sessili, talvolta verticillate.
Fiori ermafroditi, pentameri, zigomorfi o sub-attinomorfi, gamopetali con lungo tubo di 9-11 mm, con sperone lineare di ca. 5-7 mm; corolla di 3-5 mm con petali lilla intenso (raramente bianchi); 3 stami, ovario sincarpico infero a tre carpelli
Il frutto è un achenio sormontato da un pappo piumoso e persistente.

Fioritura Maggio - novembre. Impollinazione tramite farfalle e farfalle notturne. Non teme il freddo e può sopportare temperature molto rigide.

Proprietà Grazie ai suoi principi attivi quali tannini, resine, olii essenziali e alcaloidi le sue radici hanno proprietà sedative, antispasmodice e antinevralgiche e in passato sono state usate quali succedanee della valeriana. I suoi semi pare fossero utilizzati in passato per ricavare pozioni adatte per imbalsamare.

Nota Il nome del genere deriva dal greco kéntron = sperone e anthos = fiore per la sua corolla speronata; il nome della specie ruber è relativo al suo colore.
Nell'antichità la valeriana rossa era tra le erbe che servivano agli imbalsamatori, grazie ai suoi semi.
La Valeriana rossa risulta avere le stesse proprietà della Valeriana officinale.
I primi studi clinici vennero eseguiti presso l' Università di Genova per capire se Centranthus ruber potesse sostiture la Valeriana comune (V. officinalis ), essendo maggiormente disponibile rispetto a quest' ultima.
Inoltre è meno tossica della V. comune e più gradevole come sapore..
Successivi studi clinici francesi confermarono le ricerche liguri.