Clematis vitalba L.
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Famiglia: Ranuncolacee

Nome volgare: Vitalba

 

 
Fiore

Caratteristiche: Pianta sarmentosa (che sale in altezza appoggiandosi ad altre piante), legnosa con rami molto allungati.
Foglie opposte suddivise in 3 o 5 segmenti imparipennati, di forma lanceolata od ovata con margine intero o dentellato e peduncoli ingrossati alla base. Fiori eretti giallastri o bianco verdastri con diametro di 2-3,5 cm, dal profumo intenso. Sono riuniti in infiorescenza a pannocchia, situati all’ascella o all’estremità dei rami, con 4 o 5 sepali petaloidei pubescenti su entrambe le facce con stami e carpelli numerosi.
I frutti sono piccoli acheni ovoidei con lunga resta piumosa argentea, arricciata all’apice.

Habitat: Boschi caducifogli. Hlm. 0 - 1300. Fiorisce da maggio a luglio. (Presente in tutta Italia).

Proprietà farmaceutiche: Le foglie sono analgesici, diuretici e rubefacienti.

Uso in cucina I giovani germogli, che hanno l'aspetto di teneri rametti rampicanti, sono eduli. Analogamente a quanto detto per il pungitopo, anche in questo caso vanno raccolti solo i giovani getti sia perchè sono teneri sia perchè praticamente privi di quei principi attivi che caratterizzano la pianta adulta e che la rendono pericolosa. La pianta adulta contiene infatti anemonine e protoanemonine tossiche.
In Emilia Romagna i getti di vitalba sono utilizzati in primavera per preparare alcuni piatti noti come "crescioni" o "casson".

Curiosità ( da wikipedia )
Viene usata in cucina utilizzando i germogli primaverili per le frittate ("frittata di vitalbini"). A causa delle tossine comuni alla famiglia delle Ranunculaceae è consigliabile non consumarne grosse quantità. Bisogna utilizzare esclusivamente le parti molto giovani della clematide in cui la concentrazione delle sostanza tossiche è molto bassa.
In Nuova Zelanda è stata dichiarata "unwanted organism" (organismo non gradito) e non può essere propagata, distribuita o venduta. Rappresenta infatti, per la sua crescita veloce e vigorosa, una minaccia per le specie native.
In passato veniva chimata "erba dei cenciosi" in quanto i mendicanti erano soliti procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le foglie di questa piante allo scopo di impietosire i possibili donatori.
Questa pianta è inoltre annoverata come rimedio nei fiori di Bach con il nome di Clematis suggerita a chi sogna ad occhi aperti, è indefferente alla vita e fugge dalla realtà.
Una specie invece caratteristica dell'Emilia Romagna, perché preparano i cassoni o crescioni, è la clematide
Vitalba (Clematis vitalba L.), famiglia: RANUNCULACEAE.
Pianta sarmentosa (che sale in altezza appoggiandosi ad altre piante), legnosa con rami molto allungati. Foglie caduche, opposte, divise in (3) 5 segmenti imparipennati, lanceolati o ovali (2-4 x 4-6 cm), con margini dentati, poste su peduncoli formanti un angolo retto col fusto e ingrossati alla base.
I giovani rami primaverili sono erbacei, angolosi, verdi. Sulla estremità dei giovani rami le foglie sono poco sviluppate, ma già ben riconoscibili. Sulla parte vecchia delle pianta sono spesso ancora presenti dei ciuffi piumosi, residui dei frutti dell'anno precedente.
Fiorisce da maggio a luglio. La specie è diffusa in tutta Italia. Cresce nei boschi, lungo le siepi, dalla pianura alla media montagna e la sua presenza denota un ambiente fortemente disturbato dall'azione dell'uomo.
Il genere Clematis è rappresentato in Italia da altre specie, tutte con portamento simile.
Usi in cucina
e (www.giftpflanzen.com).
Per aiutare a ricordare, in linea generale, alla famiglia delle Ranunculaceae appartengono piante dotate di una certa tossicità, alcune addirittura mortali dal momento che non esiste antidoto (ad es. l'aconito).

FRITTATA DI VITALBA - E'una classica frittata di primavera che ha il sapore degli asparagi. Vengono utilizzate le punte della “clematis” molto fresche: tagliate, lavate, leggermente salate ed infarinate, ed infine insaporite con olio extravergine d'oliva, con qualche spicchio d'aglio; quindi preparare la frittata unendovi le uova nella maniera rituale. per fare una buona frittata piuttosto soffice, montare le chiare a neve,mescolarvi anche due cucchiaini di farina bianca, unire quindi i tuorli, salare ed impepare a piacere.


Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

La pianta è nota come "l'erba dei cenciosi" per l'uso che facevano i mendicanti delle sue foglie fresche, che, strofinate sulla pelle, provocano vistose bolle e vesciche, con cui impietosivano la gente. Tutta la pianta contiene ranuncolina, che è trasformata in protoanemonina, un potente irritante cutaneo e delle mucose, per degradazione innescata dalla rottura dell'integrità del tessuto vegetale.