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Famiglia Euphorbiaceae
Nome volgare Euforbia di Vallino
Caratteristiche Pianta erbacea perenne, alta 8-15 cm, ramosa alla
base, senza rami sterili, con rizoma e con fusti esili, prostrati o ascendenti,
brevi, arrossati, con lattice bianco, irritante e velenoso.
Foglie cauline alterne, non coriacee, da obovate a ellittico-spatolate,
ottuse o retuse all'apice, lunghe fino a 50 mm, intere o appena dentellate
sul bordo.
Fiori unisessuali in ombrella a 4-6 raggi con brattee libere, non saldate
alla base, a base allargata, reniformi o triangolari, verdi, spesso con
bordo arrossato; fiori costituiti dai caratteristici ciazi (infiorescenze
con l'aspetto di fiore) formati da un involucro, foggiato a coppa, portante
sul bordo 4 ghiandole a forma di mezzaluna scure con corna brevi, tozze,
coniche, da una serie di fiori maschili ridotti al solo stame e da un
fiore femminile centrale solitario, composto da un ovario triloculare
globoso con 3 stili liberi e profondamente bifidi. Frutto a capsula triloculare
(tricocca) liscia di circa 4 mm di diametro con 3 logge monosperme; semi
lisci semi grigiastri.
Antesi Giugno - Luglio
Distribuzione Subendemica esclusiva delle Alpi Marittime, sia
sul versante italiano sia su quello francese.
Habitat Rocce e pietraie, su calcare tra 1200 e 2000 metri di
altitudine.
Note Il nome del genere deriva dal nome di Euforbio, medico di
Giuba re della Numidia, che utilizzava il succo lattiginoso prodotto da
queste piante nelle sue pozioni.
Tutte le specie del genere Euphorbia sono piante con lattice bianco, irritante
e velenoso. Alcune di esse sono state in passato utilizzate dalla medicina
popolare come energico purgante o come emetico. Tale uso è oggi
altamente sconsigliato.
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