Hyoscyamus niger
L.
|
|||
Famiglia Solanaceae Nome volgare Giusquiamo Caratteristiche Pianta annuale o bienne, (con grande radice spessa)
villoso-vischosa, puzzolente, alta sino a 1 m. Fusto eretto gambo eretto
peloso. Foglie flaccide, acuminate o acute, grossamente dentate, le inferiori
picciolate, a volte con due orecchiette alla base del picciuolo, le cauline
sessili, amplessicauli. Habitat Cresce su terreno incolto arido e sabbioso o su mucchi di spazzatura. Altre specie Hyoscyamus albus Diffusione Non molto comune. Sostanze contenute Alcaloidi che sopportano bollitura ed essiccazione; olio essenziale, fitoncidi. Parti velenose della pianta Tutta la pianta.
|
|||
Proprietà Sedative,
antiasmatiche, antireumatiche, ipnotiche, narcotiche. Nota Si sono verificati casi di morte per aver mangiato le radici al posto di cicoria o pastinache e i semi da parte di bambini. Curiosità In "Zadig" o "il destino",
opera di Voltaire , si legge "... Intanto sul far del giorno, il
farmacista di Sua Maestà entrò in camera mia con una pozione
di giusquiamo, oppio, cicuta, elleboro nero e aconito ...". |
|||
Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves Tutte le parti del giusquiamo contengono un cocktail di alcaloidi tropanici
(scopolamina, iosciamina) simili a quelli della belladonna e dello stramonio,
e la tossicità della pianta è simile, come lo sono anche
gli usi "ricreazionali" legati agli effetti psicotropi ed euforizzanti
di questa classe di composti. Il giusquiamo, ancora più dello stramonio,
è la pianta allucinogena europea per eccellenza. I suoi semi sono
stati ritrovati nelle tombe di sciamani vissuti nell'età del bronzo,
ed il suo nome in molte lingue europee richiama il termine indo-europeo
bhelena, che significa "pianta matta". Il giusquiamo
era usato a scopo divinatorio, dato che induce una sorta di stupore onirico
ed allucinatorio, e gli oracoli di Apollo, famosi in tutta l'antichità,
erano "ispirati" da questa pianta, profusamente consumata dalle
sacerdotesse del tempio. Gli effetti dell'avvelenamento sono quelli classici
da alcaloidi tropanici: allucinazioni, dilatazione della pupilla, arrossamento
della cute, seguiti da tachicardia e convulsioni. Il giusquiamo è
uno dei più importanti veleni letterari, candidato, per così
dire, al nepente omerico e l'hebenon shakespeariano. Nel dramma omonimo
di Shakespeare, il padre di Amleto è ucciso dal fratello, che gli
versa, mentre lui dorme, l'hebenon nell'orecchio. La moderna ricerca farmacologica
ha supportato lo stramonio come candidato per questo veleno. La scopolamina,
abbondantemente contenuta nel giusquiamo, è infatti ben assorbita
attraverso la pelle (chi usa i cerotti contro la nausea da automobile
lo ha sperimentato di persona), ed il lobo dell'orecchio ha la pelle sottile
e copiosamente irrorata, rendendo il processo rapido. La curiosa forma
di avvelenamento descritta dal grande scrittore inglese ha quindi un razionale
e non è solo frutto della sua fantasia. |