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Famiglia Apocinaceae
Nome volgare Oleandro
Caratteristiche Ha un portamento arbustivo, con fusti generalmente
poco ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati
verso l'esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami
vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro. Arbusto perenne, sempreverde
che presenta foglie intere, lanceolate, verticillate, coriacee, ternate
od opposte.
I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime
terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, di colore
roseo o bianco nelle forme spontanee. La corolla è tubulosa e poi
suddivisa in 5 lobi, di colore variabile dal bianco al rosa al rosso carminio.
Le varietà coltivate sono a fiore doppio.
Frutto vistoso, di colore bruno-rossastro, è una capsula allungata
dai 10 ai 15 centimetri, contenente diversi semi muniti di pappo.
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Habitat Pianta mediterranea da pieno sole, teme il gelo prolungato.
Diffusione Comune in clima mediterraneo
Sostanze contenute Glucosidi, olio essenziale, flavonoidi, tannini,
acidi organici
Parti velenose della pianta Tutta la pianta fresca o essicata
Proprietà farmaceutiche Diuretiche cardiotoniche, digitalsimili.
Curiosità Si racconta che diversi soldati delle truppe
napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro
come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne
militari in Italia.
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Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano -
Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves
L'oleandro, come la digitale, sembra idealizzare la differenza fra rischio,
la probabilità che un evento dannoso si manifesti, e pericolo,
cioè il grado di danno correlato all'evento. Oleandro e digitale
sono molto pericolose, dato che contengono elevate concentrazioni di glicosidi
cardiaci, che sono fra i composti naturali più velenosi che si
conoscano. Il rischio di avvelenamento è tuttavia basso, nonostante
la diffusione di queste piante come specie ornamentali, per la presenza
di saponine che inducono vomito e facilitano l'eliminazione della pianta
ingerita dal canale alimentare. Inoltre, il sapore fortemente amaro della
pianta ne dissuade il consumo involontario. L'avvelenamento mortale è
quindi molto raro, e riguarda essenzialmente l'ingestione di un decotto
di foglie a scopo suicida, o bambini molto piccoli (tre anni o meno),
che sembrano essere molto sensibili all'avvelenamento da oleandro.
La letteratura tossicologica riporta alcuni casi molto curiosi di avvelenamento
da oleandro. Il più sorprendente, ma dubbio, è quello di
alcuni soldati di Napoleone che, nel corso della guerra di Spagna, usarono
dei rami di oleandro come spiedini per carne alla brace. Il veleno apparentemente
passò dai rami alla carne, avvelenandola ed uccidendo una decina
di soldati. Anche dubbi sono i casi di morte di animali che avevano bevuto
da pozze d'acqua dove erano cadute foglie di oleandro, o di persone avvelenate
dai fumi dei rami della pianta usati per accendere fuochi. E' tuttavia
interessante notare che l'oleandrina, il principio tossico dell'oleandro,
ha una discreta stabilità nel terreno e nei materiali di compostaggio,
dove è rivelabile per almeno 300 giorni dopo la caduta delle foglie.
L'oleandrina non è in ogni caso assorbito dalle piante dal terreno,
per cui le foglie di oleandro, contrariamente a varie dicerie diffuse
su internet, non rendono velenoso il compost. L'oleandro è uno
dei veleni letterari per eccellenza, ed un caso di avvelenamento con questa
pianta è alla base della trama di un romanzo ( e film) di successo
(White Oleander, oleandro bianco).
La maggior parte dei casi di avvelenamento da oleandro provengono dalla
California. Alcuni anni fa fece particolarmente scalpore il tentativo
di una donna di avvelenare il marito con un decotto di oleandro per incassare
una lucrosa assicurazione sulla vita. Il poveretto sopravvisse, ma la
moglie completò il lavoro a casa aggiungendo glicol etilenico ad
una bibita frizzante. Il rumore mediatico di questi eventi spiega forse
la suggestione esercitata dalla pianta sui registi di Hollywood.
L'oleandro è usato, senza alcuna documentazione di efficacia, nella
medicina alternativa per una miriade di condizioni. L'utilizzo è
così diffuso che la FDA, il corrispondente americano della nostra
Agenzia del Farmaco, ha dovuto emanare una nota specifica per puntualizzare
la velenosità della pianta e la pericolosità del suo uso.
I sintomi da avvelenamento sono quelli tipici dei glicosidi cardiaci:
nausea, vomito, e diarrea, seguiti da rallentamento del cuore, aritmia,
tremori ed infine collasso. Nel caso dell'oleandro, la loro insorgenza
sembra essere particolarmente rapida, ed il trattamento (lavanda gastrica,
carbone attivo o anticorpi anti-digossina) deve essere immediato.
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