Polygonatum odoratum (Miller) Druce
Polygonatum officinale
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Famiglia Liliaceae

Nome volgare Sigillo di Salomone

Altre specie Polygonatum multiflorum (L.) All., Polygonatum verticillatum (L.) All. con le stesse caratteristiche farmacologiche.

Caratteristiche E’ una pianta erbacea alta anche 50 cm, con rizoma strisciante. I fusti sono da eretti ad arcuati, lisci ma angolosi.
Le foglie sono alterne, quelle inferiori lungamente ovate le superiori più lanceolate, ruvide e di colore verde chiaro.
I fiori nascono all'ascella delle foglie, sono biancastri e tubulosi, retti da un sottile, corto peduncolo.
Il frutto, autunnale, è una bacca globosa di colore bluastro, pruinosa.
Contiene 1-3 semi, grinzosi.

Habitat Nei boschi della zona montana e submontana. 200-1500 m. Aprile giugno

- --------- ----------------Fiori - Foglie - Fusto- -Frutto
Diffusione Comune

Sostanze contenute Saponine, asparagina, tannini, idrocolloidi.

Parti velenose della pianta Tutta la pianta, in particolare rizomi e frutti

Proprietà Antiechimotiche, antiedemigene, espettoranti.

 

Nota Il Sigillo di Salomone appare in primavera dapprima sotto forma di germoglio, senza mostrare le foglie ancora arrotolate attorno al tenero stelo, e può essere confuso con quello del Luppolo (Humulus lupulus L.) con tragiche conseguenze in quanto la pianta contiene veleni mortali, gli stessi del Mughetto e della Digitale.

Curiosità Il nome popolare di sigillo di Salomone deriva dalle cicatrici circolari, somiglianti, appunto, ad un sigillo, che la pianta dell'anno, morendo, lascia sul rizoma nodoso.
Secondo un'antica credenza il sigillo di Salomone allontana gli spiriti maligni.

 

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

I frutti di questa pianta contengono elevate concentrazioni di saponine, e la loro ingestione, pur non letale, può provare disturbi intestinali severi, in particolare vomito e irritazione. La presenza di glicosidi cardiaci, che renderebbero la pianta letale, non è mai stata confermata. I giovani getti primaverili erano mangiati allo stesso modo di quelli degli asparagi.