Vitis sylvestris C.C.Gmel.
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Famiglia Vitaceae Nome volgare: Caratteristiche Pianta dioica con fiori unisessuali; acini piccoli
(6-8 mm), blu-violetti, con polpa acida, in grappoli irregolari e a maturazione
scalare; semi piccoli, arrotondati, con becco molto più breve del
diametro trasversale; foglie dimorfe (nelle piante maschili più
profondamente lobate che nelle femminili), con picciolo breve. |
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Habitat: Allo stato spontaneo,
in Italia è piuttosto diffusa Vitis sylvestris, da alcuni considerata
sottospecie della vinifera, frequente componente dei boschi ripali.
Proprietà farmaceutiche: Uso in cucina: |
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Nota La Vitis vinifera L. è pianta solo coltivata, ma spesso sfugge tendendo ad inselvatichire. L'ermafroditismo e l'autofertilità derivano da una singola mutazione dominante e singoli semenzali nati casualmente possono ripristinare l'antica dioicia (Sauer, 1993). | |||
Filogenesi della vite durante lolocene
- Da www.erimiwine.net Le forme primitive di Vitis alla fine dellera Cenozoica (Rögl, F., 1999) erano ermafrodite, simili a quelle attuali. Nellevoluzione filogenetica della vite si sono evidenziati caratteri genetici ermafroditi (stame più antere, che contengono il polline, il pistillo con lovario , per lo sviluppo del seme sullo stesso fiore). I vantaggi di questa linea evolutiva, che facilita la riproduzione, sono evidenti. Durante le glaciazioni del Quaternario, per le aspre condizioni climatiche, la vite selvatica divenne dioica in tutti gli areali di origine (Nùñez D.G. & Walker M.J., 1989) e i sessi risultarono separati su piante diverse. Ogni individuo aveva ancora nei fiori stami e pistilli, ma, nei maschi, la maturazione di un gene su 38 cromosomi del corredo genetico soppresse lo sviluppo dellorgano femminile (SuF). Nelle femmine linizio di una maturazione recessiva impedì lo sviluppo dello stame maschile (SuM) (Walbot W, Cullis C.A., 1983). In queste condizioni limpollinazione incrociata risulta più difficile, in quanto deve essere aiutata da altri vettori esterni (insetti o agenti atmosferici). Nelle forme dioiche la pianta maschile raramente produce frutti, mentre il frutto femminile presenta una significativa variabilità (morfobiometrie, portamento, tasso zuccherino, proteine, acidità) a causa del polimorfismo genetico della pianta. In genere lattuale vite Eurasiatica selvatica produce frutti piccoli e astringenti con molti vinaccioli, decisamente non adatta alla produzione di vino. Il tasso zuccherino risulta basso, quello degli acidi molto alto. La buccia del frutto è dura e di colore nero-rosso scuro, raramente sono state osservate uve bianche (Vavilov N. I., 1950). Mentre i frutti della vite Eurasiatica domesticata mostrano delle caratteristiche morfobiometriche variabili, difficili da quantificare. I chicchi posso essere di varie dimensioni con morfologia da oblunga a sferica, le colorazioni antocianiche coprono quasi tutto lo spettro cromatico. I quantitativi di zuccheri, acidi e altri composti chimici minori presentano una variabilità compresa in una scala di valori ben definiti (Maxted N., Ford-Loyd B.V. & Havkes J.G., 1997). La probabile domesticazione è stata effettuata selezionando le piante che erano tornate allo stadio ermafrodito primitivo (Zohary D. & Hoff M., 2000), e di cui forse era stata notata una produzione regolare e sistematica, escludendo le piante dioiche (diffusione per talea). |