Anemone ranunculoides L.
Torna alla pagina
principale
 
 

 
Particolare

Famiglia: Ranunculaceae

Caratteristiche: Pianta erbacea perenne con rizoma fusiforme e fusti eretti esili, alti 15-25 cm. Le foglie hanno la lamina palmato-partita divisa in 3-5 segmenti lanceolati, irregolarrnente inciso-lobati.
I fiori regolari, solitari o più raramente in 2 o più; sbocciano alla sommità dello scapo, sono larghi 15-25 mm, hanno il calice formato di solito da 5 sepali petaloidi, ovali, di un bel colore giallo-dorato e presto caduchi. Antere gialle. I frutti sono acheni pubescenti con stilo persistente.

Altre specie Anemone baldensis, Anemone hepatica, Anemone narcissiflora, Anemone nemorosa.

Habitat: Diffusa nelle regioni fredde e temperato-fredde. Cresce nei boschi di latifoglie (soprattutto faggete e querceti), nelle radure e noi luoghi ombrosi. (0-1500 m.)

Diffusione Molto comune.

Proprietà farmaceutiche: Per uso esterno. Con molta prudenza e sotto controllo medico viene utilizzata contro i dolori articolari, ed in omeopatia come emenagogo.

Sostanze contenute La tossicità degli anemoni è piuttosto elevata, per la presenza di alcaloidi, del glicoside tossico ranuncolina.

Parti velenose della pianta La tossicità interessa praticamente tutta la pianta.

Nota La maggiore pericolosità si presenta con la pianta fresca, infatti l'essiccazione determina la decomposizione dei prodotti tossici in composti più semplici e praticamente privi di effetti dannosi..

 
   

Da "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves.

Più che tossicità vera e propria, nel caso degli anemoni si può parlare di pericolosità legata essenzialmente al contatto con le parti aeree della pianta, che, analogamente ad altre piante della famiglia delle Ranuncolaceae, contengono elevate concentrazioni di ranunculina. Per distruzione dei tessuti vegetali (ad esempio stropicciando fra le mani alcune foglie), la ranunculina viene degradata a protoanemonina, un lattone irritante e volatile, che si inattiva spontaneamente nel tempo per dimerizzazione a anemonina, un composto innocuo. Il pericolo sussiste quindi solo con la pianta fresca.
La letteratura tossicologica sulla pianta riguarda essenzialmente l'avvelenamento di animali, che, inavvertitamente, possono mangiare la pianta. Se ingerita in grandi quantità, l'anemone provoca irritazione della bocca e del tratto esofageo. In individui sensibili, il contatto con l'anemone può scatenare dermatite da contatto anche grave, con arrossamento della pelle e comparsa di bolle. Se si strofinano alcune foglie di anemone fra le dita e si aspira poi profondamente, si percepisce una sensazione molto sgradevole, simile a quella che si prova annusando il rafano.