Ilex aquifolium L.
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Famiglia: Aquifoliacee

Nome volgare: Agrifoglio

Caratteristiche morfologiche:
* Arbusto o piccolo albero sempreverde, alto da 2 a 10 m.
* Corteccia del fusto da giovane liscia e verdastra, con l'età diventa prima grigia giallastra, poi nerastra e fittamente incisa.
* Rametti giovani verdi.
* Foglie alterne, coriacee, a margine ondulato e spesso spinoso, verdi scure e lucenti di sopra, più chiare ed opache di sotto.
* Specie dioica: fiori regolari, piccoli (8 mm di diametro), bianchi, raggruppati alla ascella delle foglie dell'anno precedente.
Fiori maschili e femminili su alberi separati.
* Frutti: frutti carnosi (drupe), ovoidi, di colore rosso vivo, velenosi, contenenti 2 - 4 semi

Caratteristiche biologiche ed ecologiche:
* Longevità: fino a 300 anni; crescita lenta.
* Fioritura: da maggio a giugno.
* Impollinazione entomofila; disseminazione ad opera degli uccelli.
* Specie esigente di umidità atmosferica (suboceanica) e di ombra (sciafila).
* Evita i suoli pesanti a tessitura argillosa.
* Si trova su suoli più o meno ricchi di basi, a ph variabile, ma preferibilmente acido

Habitat: Qua e là nei boschi della regione submontana.

Proprietà farmaceutiche: Diuretiche, tossifughe, antireumatiche, antiartritiche, febbrifughe.(Droga usata: corteccia e foglie).

Uso in cucina: Le foglie (secondo il Mattirolo) possono essere usate come succedaneo del the

 

Da "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves.

Più che per la sua velenosità, l'agrifoglio era noto in passato per i suoi curiosi utilizzi domestici. Le foglie erano infatti avvolte intorno alle funi alle quali si appendevano le carni salate per evitare che i topi le mangiassero, e la pianta era usata per la fabbricazione di scope. Oggi l'agrifoglio è invece diventato una delle piante tradizionalmente associate al Natale. Il colore rosso vivo delle bacche e la diffusione come pianta ornamentale rendono l'ingestione dei frutti da parte dei bambini un evento abbastanza comune. I sintomi sono essenzialmente gastro-intestinali (nausea, vomito, diarrea) e si manifestano per ingestione di almeno 2 o 3 frutti. Non sono noti nella letteratura recente casi di avvelenamento letale, che sono invece descritti in articoli pubblicati nell'ottocento, e la cui validità andrebbe valutata in senso critico. Diversamente dai suoi parenti sudamericani, come Ilex paraguariensis (maté), che contengono concentrazioni elevate di caffeina, l'agrifoglio contiene solo tracce di una xantina, la teobromina, e non contiene caffeina. I sintomi gastro-intestinali che caratterizzano l'ingestione dei frutti sono probabilmente dovuti alla presenza di saponine, ma la pianta è stata finora scarsamente studiata dal punto di vista dei suoi costituenti chimici. La presenza di composti ancora mal definiti strutturalmente quali ilicina e ilixantina testimonia più che altro la scarsa attenzione che la pianta ha finora ricevuto.