Proprietà farmaceutiche:
E' utilizzata per il suo succo fresco, per le radici e per i semi. Il succo
delle foglie viene usato contro la puntura degli insetti, le radici grattugiate
per il mal di denti . Propr. calmanti Proprietà rinfrescanti, depurative,
diuretiche, astringenti, emollienti. (Droga usata: foglie e semi). Uso
in cucina: Si raccolgono le foglioline centrali
della rosetta finché non sono troppo grandi e coriacee. Dato che la pianta
è molto forte, potete addirittura tagliare tutte le foglie, così
che, la volta dopo, sarete sicuri di trovare le giovani foglioline adatte alla
vostra tavola. La raccolta può essere effettuata senza paura di compromettere
la specie data la sua notevole diffusione. Le foglie sono ottime come insalata
verde, se avrete l'accortezza di scegliere solo quelle più tenere. Questo
è un uso decisamente consigliato per salvare integralmente il contenuto
di vitamina A e C di cui la pianta è ricca. Ottima anche per preparare
squisiti minestroni. Spesso è unita ad altre piante, lessata e condita
con olio e aceto aromatico. Quando viene cotta ha la proprietà di tingere
di verde le pietanze in cui è presente.
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Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino
- Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.
Le piantaggini sono, con le euforbie, fra le piante più cosmopolita
che si conoscano. Le si ritrovano a tutte le latitudini, ed in tutti gli
habitat, dalle praterie alpine ai margini delle strade più trafficate.
Si sono adattate a tutti gli ambienti disturbati dall'uomo, al punto che
si pensa che l'etimologia del nome latino della pianta (Plantago, cioè
pianta del piede) faccia riferimento non tanto all'aspetto delle foglie
e della loro rosetta basale, quanto piuttosto al fatto che le suole delle
scarpe sono il suo mezzo preferito di diffusione e che la pianta è
molto resistente al calpestio. La diffusione dei semi è particolare.
La pianta ne produce moltissimi (quasi 20.000 per scapo florale), accumulati
a gruppi di 8-16 in capsule che, quando piove od il tempo è umido,
diventano attaccaticce per la presenza di mucillagini. In questo modo,
si attaccano ai piedi di chi, uomo o animale, calpesta la pianta. Gli
indiani d'America chiamavano la piantaggine "l'impronta dei visi
pallidi", perché la pianta li seguiva dovunque andassero.
Nonostante il loro aspetto anonimo, le piantaggini sono piante utili.
Sono mangiate da molti animali, e possono anche essere consumate dall'uomo,
sia crude in insalata (foglie giovani e tenere) che cotte in zuppe, frittate
e soufflé. Il sapore è leggermente amarognolo per la presenza
di tannini e fenoli, ma non sgradevole, con un aroma che ricorda quello
dei funghi. I fiori sono una fonte di nettare per gli insetti, e gli uccelli
sono ghiotti dei suoi semi. I semi delle psillio, una piantaggine mediterranea
(P. psyllium), sono aggiunti ai fiocchi di cereali per le loro proprietà
di ridurre il colesterolo, aiutare il controllo glicemico, e far lievitare
il prezzo del prodotto per vie delle rivendicazioni salutistiche. Le piantaggini
non nutrono solamente, ma curano anche, sia l'ambiente che le persone.
Sono infatti in grado di crescere anche nei luoghi più inquinati,
persino da petrolio, e rimuovono dal terreno i metalli pesanti tossici.
Per la loro tolleranza agli ossidi di zolfo e di azoto, le piantaggini
vegetano bene anche lungo le strade cittadine più inquinate dal
traffico, portando un po' di vita in ambienti desolati dal punto di vista
ecologico e naturalistico.
Per quanto riguarda le proprietà medicinali, le foglie della Plantago
lanceolata sono inserite nelle farmacopee, cioè gli inventari dei
prodotti usati in medicina, di tutti i maggiori paesi europei. Questa
piantaggine è utile per il trattamento della tosse, soprattutto
quella cronica e catarrale. Estratti della pianta entrano nella composizione
di molti sciroppi contro la tosse venduti in farmacia ed in erboristeria,
e queste proprietà sono dovute alla presenza di composti diversi,
con proprietà complementari. Il classico bouquet di principi attivi
che viene comunemente definito "fitocomplesso". Abbiamo innanzitutto
le mucillagini, che sono dei polisaccaridi in grado di assorbire l'acqua
e formare un gel protettivo e lenitivo. In alcune piantaggini, come nello
psillio, sono molto abbondanti, e la pianta è un blando lassativo
molto usato e popolare in medicina. Nella P. lanceolata, l'azione emolliente
dei polisaccaridi è associata a quella anti-infiammatoria e anti-ossidante
dei polifenoli, rappresentati nella pianta da due vere e proprie stars,
il verbascoside e la luteolina, rafforzata ancora dalla presenza dell'aucubina,
un composto (iridoide) noto nella letteratura medica perché studiato
come antidoto per l'avvelenamento da Amanita muscaria. Una tisana di foglie
di piantaggine è considerata ancora oggi un rimedio efficace contro
l'irritazione della gola e la tosse. Le foglie contengono anche un principio
antibiotico, liberato dall'aucubina.
Questa reazione richiede la presenza di un'azione enzimatica termolabile,
presente nella pianta fresca ma distrutta dal calore. Per questa ragione
nella medicina tradizionale si usa la poltiglia delle foglie, e non tisane
o decotti, per il trattamento delle ferite. E' interessante notare che
l'utilizzo delle piantaggini per il trattamento delle ferite è
diffuso nella medicina popolare di tutti i numerosi paesi in paesi in
cui cresce la pianta.
Questo uso, citato da Shakespeare nell'Amleto, ha guadagnato alla pianta
la nomea di "erba dei soldati".
L'umile piantaggine è stata definita la "borsetta" del
pronto soccorso medicinale d'urgenza. Le sue foglie toglierebbero in modo
istantaneo (e chi l'ha provato giura che è vero) il fastidio provocato
dalla puntura con le foglie d'ortica e avrebbero le stesse proprietà
anche contro le punture da insetto. Addirittura servirebbe per le ustioni
dalla terribile edera velenosa (poison ivy) che tormenta i prati degli
Stati Uniti. Un vero e proprio "farmaco da strada", citato in
tutti i trattati antichi di medicina per il trattamento di ferite e morsi
da serpenti o scorpioni. Molto curiosa, nella letteratura medica medievale,
la citazione dell'applicazione topica delle foglie di piantaggine alla
vagina per ridarle tono e ridurne l'ampiezza "ut etiam corrupta appareat
virgo". La pianta era anche usata per il controllo del sanguinamento
uterino durante il parto e, non a caso, era posta sotto la protezione
di Venere nella complessa astrologia erboristica medievale.
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