Solanum dulcamara
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Famiglia: Solanaceae Nome volgare: Dolceamara |
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Caratteristiche Arbusto legnoso alla base, alto sino a 2 mt, lianoso
e rampicante, ramoso nella parte medio-bassa, rami con pubescenza appressata.
Foglie triangolari con picciuolo alato, le superiori composte con un segmento
arrotondato su ciascun lato del picciuolo. Fiori 10-20 posti in cime ombrelliformi,
con corolla color viola e antere gialle, fiorisce da aprile a luglio.
Il frutto è una bacca oviode, prima verde poi rossa a maturità
in autunno. Habitat Comune nei boschi freschi e nelle siepi e presso il margine delle paludi.0-1100 m. Aprile luglio Diffusione Abbastanza comune Sostanze contenute Solanina, solacenina, dulcamarina. Saponine, zuccheri e alcaloidi vari presenti in special modo nei frutti. Parti velenose della pianta Tutta la pianta; le bacche in particolare. Proprietà farmaceutiche Viene popolarmente usata come depurativo del sangue. Proprietà sudorifere, ma ha anche una leggera azioni ipnotica e anafrodisiaca; è valida anche contro la tosse insistente. Attualmente è usta per il trattamento dei reumatismi, della gotta e di alcune forme di dermatosi. Uso in cucina Il nome specifico è dovuto al sapore dei
rametti, prima amaro e poi dolce, che i ragazzi di campagna solevano masticare
come liquirizia. Nota Il nome è dovuto al sapore dei rametti, prima amaro e poi dolce, che venivano masticati come i rametti di liquirizia. Curiosità Non è velenosa per gli uccelli che così possono disperdere ampiamente i semi. |
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Pur non essendo una delle specie più velenose della nostra flora,
la dulcamara è una delle più comuni cause di avvelenamento
da piante nei bambini. Le ragioni sono la diffusione della pianta, il
fascino dei suoi bei frutti colorati che somigliano un po' al ribes, ed
il loro sapore dolce-amaro. I sintomi possono comparire anche molte ore
dopo l'ingestione della pianta, e sono caratterizzati da dolore addominale,
vomito, e, nei casi gravi, ipotermia e difficoltà respiratoria.
I casi di avvelenamento letale sono molto rari. Analogamente al pomodoro,
un suo stretto parente, le bacche della dulcamara contengono alcaloidi
steroidea, la cui concentrazione diminuisce gradualmente durante la maturazione.
Diversamente dagli alcaloidi del pomorodo (tomatine), quelli della dulcamara
sono tossici, e la loro natura dipende dall'origine della pianta. In Europa
occidentale prevalgono i derivati della solamarina, mentre nell'Europa
dell'est quelli della soladulcina. Si tratta di steroidi azotati, e le
foglie della pianta contengono anche derivati azotati degli zuccheri,
come la calistegina. Le bacche mature, pur quasi prive di alcaloidi, contengono
tuttavia saponine che, insieme all'abbondante ossalato di calcio, provocano
irritazione intestinale. La dulcamara può crescere anche fra le
coltivazioni, ed i suoi frutti sono addirittura stati trovati, e rapidamente
identificati, in confezioni di piselli in scatola. Analogamente al peperoncino,
i semi della dulcamara sono dispersi dagli uccelli, che ne mangiano impunemente
i frutti. Gli uccelli non sono sensibili al sapore pungente della capsaicina
del peperoncino, avendo una forma mutata del recettore specifico per questo
composto (TRPV1). Per questa ragione le sementi per uccelli sono talvolta
addizionate di oleoresina di capsico. In questo modo gli scoiattoli li
evitano, mentre gli uccelli li possono mangiare impunemente. Le basi molecolari
della resistenza degli uccelli agli effetti gastro-lesivi delle saponine
non sono noti.La dulcamara ha un passato glorioso da pianta medicinale.
Solanum fa riferimento al latino solanem (consolazione), le sue proprietà
medicamentose furono studiate addirittura da Linneo, ed il suo principio
attivo (e tossico) su isolato per la prima volta da Pelletier, il famoso
farmacista francese che isolò la chinina.
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