Tamus communis L.
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Famiglia Discoreaceae

Nome volgare Tamaro

Caratteristiche Pianta erbacea perenne provvista di una robusta radice carnosa, simile a un tubero, da cui, in primavera, si originano i fusti eretti simili ai turioni degli Asparagi ma con l'apice incurvato verso il basso; quando si sviluppano, i fusti si attorcigliano sugli arbusti, vicini..
Le foglie sono alterne, hanno un lungo picciolo, il lembo è cuoriforme, la base è profondamente incisa mentre l'apice è acuminato; il margine è intero, la superficie delle foglie giovani è lucente e diviene poi opaca; le nervature principali, in numero di tre-cinque, partono tutte dalla base e spesso si riuniscono all'apice.
I fiori sono separati sulla stessa pianta: i maschili sono riuniti in lunghi racemi portati da un peduncolo altrettanto lungo, l'involucro è diviso fin quasi in fondo in sei ampi lobi bianco-giallastri; i fiori femminili sono portati da corti racemi, l'involucro è tubulare e diviso solo in alto in sei piccoli lobi.
Il frutto, originato dai fiori femminili, è una bacca sferica rossa che contiene da tre a sei piccoli semi tondeggianti.

 
Fiori maschili - Fiori femminili - Frutti1 - Frutti2 - Turrione - Radice

Habitat: Nei boschi, nelle macchie, nelle siepi. 0-800 m. Aprile maggio

Diffusione Molto comune

 

Sostanze contenute Saponine steroidali, fitosteroli, istamina, pectine, potassio ossalato.

Parti velenose della pianta Tutta la pianta, in particolare frutti, radice e foglie crude.

Proprietà farmaceutiche: Emetiche, purgative, stimolanti. (Droga usata: la radice).
Il tamaro è da considerarsi pianta velenosa per la presenza di alcuni principi attivi tossici, soprattutto nelle bacche e nella radice. Fra i principi attivi si segnalano l'ossalato di calcio e di potassio, le saponine, i tannini e una sostanza simile all'istamina.
La droga vera e propria è la radice, usata in passato nella farmacopea popolare per la cura dei geloni e dei reumatismi e come lassativo. Ha proprietà emetiche, rubefacenti, purgative. Per le proprietà rubefacenti e stimolanti può essere utile anche come rinforzante del cuoio capelluto. Le caratteristiche dei principi attivi sconsigliano fortemente l'uso non controllato anche per via esterna, in quanto può comportare effetti collaterali di una certa gravità (reazioni allergiche, vomito, diarrea).

Uso in cucina: Pianta velenosa; i frutti possono essere mortali. Tuttavia i giovani germogli sono largamente usati e consumati come quelli del luppolo o dei comuni asparagi.
Anche la radice è commestibile se ben cotta.

Curiosità In Francia il Tamaro è noto come "Herbe aux femmes battues", cioè "erba per le donne picchiate". Tale denominazione nasce dall'uso terapeutico della polpa grattugiata della radice applicata come impacco su contusioni, ematomi e distorsioni.

 

Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

Le bacche di questa pianta, oltre a saponine, contengono aghi di ossalato di calcio che causano irritazione anche massiva su pelle e mucose. Le bacche essiccate erano note come "uva tamina" ed usate dai romani per il trattamento dei pidocchi. I getti primaverili della pianta sono eduli dopo cottura, anche se mantengono un sapore amarognolo, assente invece negli asparagi.