Taraxacum officinale Weber
 
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Fiore - Fiore 2 -Squame- Semi

Famiglia: Composite

Nome volgare: tarassaco, dente di leone, soffione, piscialetto

 

 

Caratteristiche: (Gruppo estremamente polimorfo) Pianta erbacea perenne con un rizoma verticale più o meno cilindrico che si continua in basso con una radice a fittone; nella parte superiore il rizoma presenta numerose cicatrici semicircolari dovute alle inserzioni delle foglie degli anni precedenti.
I fusti, semplici, fistolosi e senza foglie, sono alti fino a 40 centimetri.
Le foglie, riunite in una rosetta basale, possono essere più o meno erette o sdraiate al suolo; la forma è lanceolata od obovale e irregolarmente incisa (si va da foglie quasi intere o appena dentate fino a foglie pennatifide con lobi irregolari), l'apice è spesso triangolare, i lobi arcuati o falciformi.
I fiori sono riuniti in capolini portati singolarmente all'apice dei fusti fistolosi; i capolini hanno un involucro formato da più serie di brattee: quelle esterne sono piccole e triangolari, le più interne, allungate e ricurve verso l'esterno, dopo la fioritura si incurvano completamente verso il basso; i fiori hanno la corolla tubulare prolungata in una ligula normalmente gialla e aranciata solo nei fiori periferici.
Il frutto è un achenio bislungo, con la base acuminata, prolungato in un lungo filamento che porta all'apice il pappo composto da setole ramificate disposte orizzontalmente a forma di ombrello. (Vedi particolari: Semi )

.Habitat: Cresce ovunque, nei prati fertili e negli incolti.0-1700 m. Febbraio maggio

Proprietà farmaceutiche: Ha proprietà depurative, colagoghe, diuretiche, eupeptiche, amaro-toniche, lassative.(Droga usata: radici e foglie).

Uso in cucina: Le tenere rosette delle foglie primaverili vengono consumate in insalata o cotte come verdura depurativa.
Ricercatissimo da massaie e intenditori perché realmente è una delle migliori verdure primaverili da presentare sulle nostre mense: spesso, infatti, viene appositamente coltivato.
E' meglio servirsi del tarassaco spontaneo che si raccoglie con l'aiuto di un coltello. Dopo averlo mondato di terra e radici, il tarassaco viene consumato generalmente come verdura cotta. Il suo gusto amarognolo dispone l'organismo alla digestione, quindi fa della pianta un contorno ideale per tutte le pietanze.
Le foglie del tarassaco sono sovente utilizzate anche crude, condite con olio, aceto e sale come insalata fresca. Anche in questo caso i risultati sono ottimi.

Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino - Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.

Il tarassaco è una pianta tanto comune nella sua distribuzione (si trova dappertutto, dal livello del mare fino a 2000 metri in montagna) quanto insolito nella sua biologia. Le piante di tarassaco fioriscono in modo sincronizzato, come se riuscissero a comunicare fra di loro, tingendo di giallo i campi, ed i suoi fiori si chiudono con l'avvicinarsi del maltempo, come se la pianta fosse un segnatempo naturale. La riproduzione del tarassaco, estremamente efficiente vista la distribuzione ubiquitaria della pianta, è particolare, essendo asessuata. In pratica, ogni seme produce una pianta che è un clone di quella da cui è derivato. Questo crea una situazione molto confusa, in cui una specie è, dal punto di vista biologico, un agglomerato di tante sottospecie (fino a settanta!) che si propagano in modo sempre identico senza ma ibridarsi fra di loro. Il tarassaco è, in pratica, un clonatore vivente. Nel corso di una stagione, una singola pianta produce fino a 5.000 semi, tutti rigorosamente identici fra di loro e che, dispersi dal vento grazie al loro pappo, propagheranno in modo geneticamente monotono la pianta.
Il tarassaco contiene un lattice bianco, non irritante ma che può provocare allergie in individui sensibili, e dotato di proprietà simile al caucciù. Durante la Seconda Guerra Mondiale, una varietà di tarassaco venne coltivata in Russia proprio per produrre gomma per pneumatici (i Giapponesi si erano impossessati delle coltivazioni di gomma di Giava). Da noi, fra le tante cose che mancavano in quegli anni c'era il caffè, sostituito con la radice tostata del tarassaco. L'aroma è simile a quello del caffè, ma manca, ovviamente, la caffeina. Il tarassaco è una pianta edule molto interessante, ma non deve essere raccolta in ambiente urbano, perché ha la capacità di accumulare metalli pesanti, che il traffico e l'inquinamento spargono un po' dappertutto in città. La pianta è molto importante per le api. Fiorisce presto, ai primi tepori della primavera, e prolunga la fioritura fino in tardo autunno, fornendo nettare alle api in periodi in cui le fioriture sono scarse. Il miele di tarassaco è, del resto, molto conosciuto ed apprezzato.
Del tarassaco si mangia tutto: le foglie tenere in insalata, quelle più fibrose cotte, i boccioli sotto sale o sotto aceto come i capperi, i fiori per dar un tocco di colore ad insalate, e la radice tostata. Il sapore amarognolo è dovuto ad una serie di lattoni sesquiterpenici (acidi tarassinici), ed al tarassaco è anche stato intitolato un triterpene molto diffuso nelle composite, il taraxasterolo. Il giallo dei fiori è dovuto a carotenoidi, come capita sovente nelle piante di questa famiglia (i fiori delle tagetes sono un' importante fonte industriale di luteina e zeaxantina), e foglie e fiori sono anche ricchi di flavonoidi derivati dell'apigenina. Ma non finisce qui. Nei paesi nordici, dove la vite non cresce, si produce il vino di tarassaco, per fermentazione dei fiori, e la birra di tarassaco dalla radice.
La storia del tarassaco è curiosa. Era noto agli antichi, che se ne guardavano però bene dal mangiarlo perché considerato troppo amaro, e non lo usavano molto neanche in medicina, almeno a giudicare dai testi degli scrittori medici greco-romani. La pianta diventa importante nel Rinascimento, e viene identificata come uno dei più importanti rimedi depurativi. Il tarassaco stimola la produzione di urina (in Francia è noto come Pissenlit) e di bile, ed i medici del tempo ritengono queste proprietà importanti per depurare l'organismo. La mancanza di riferimenti al tarassaco nei trattati medici dell'antichità ha da sempre disturbato i cultori della fitoterapia, al punto che Cattorini, uno dei più importanti esperti di piante medicinali del dopoguerra, scrisse una poesia, non priva di meriti, in onore del tarassaco (…Contenta ai comandi che Dio le fece/può dirsi il paria della sua specie/ Cresce dovunque, senza pretese/in prati e strade d'ogni paese….). Il tarassaco sarà anche un paria, non avendo il pedigree di tante piante medicinali, ma ha una versatilità di utilizzo molto interessante, ed è una delle poche piante interamente eduli.