Il territorio
 
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  Km 50 da Cuneo
abitanti 280
altitudine mt. 900 s.l.m.


   
 
 
Battifollo sorge su un'area pianeggiante posta sullo spartiacque tra la valle del Mongia e la valle del Tanaro, ad un'altitudine ideale per soggiorni estivi. Il centro abitato è tutto raccolto intorno alle rovine dell'antico castello e alla chiesa parrocchiale.
Passando lungo i terreni, coltivati amorevolmente dai propri abitanti, è possibile realizzare Innumerevoli passeggiate raggiungendo I grandiosi boschi ricchi di castagneti.
L'agricoltura offre in prevalenza frumento, mais, ortaggi e foraggi, i quali hanno poi permesso lo sviluppo di ricchi allevamenti di ovini e bovini.
Il territorio, grazie ai numerosi boschi, è ricco dl funghi e permette interessanti raccolte per gli abitanti.
La storia insegna che Battifollo era un punto strategico per Il passaggio tra Il Piemonte e lo Liguria e per lo scambio dl merci, quali il grano, il sale e l'olio. Proprio per questi motivi la strada provinciale era nota come "strada del sale".
Testi storici, di studiosi locali e non, descrivono gli abitanti dl Battifollo Industriosi ed attivi che traevano un continuo guadagno dal trasporto degli oli dal Genovesato in Piemonte.
Battifollesi sono fieri ed orgogliosi dl ricordare che in un misero abituro che giaceva ai piedi del castello, nacque Fra' Roberto che fu compagno di S. Francesco e morì ad Assisi nel 1315 attualmente in concetto di Santo.
Tutto questo è testimoniato in una semplice lapide che si trova ad Assisi nella basilica inferiore dl S. Francesco.

 
 
 
 
 
Dalla "Relazione sulla provincia di Mondovì" dell' Intendente Lazzaro Corvesy del 1753 riportiamo questa interessante descrizione del terrirorio ( dal CD-rom "Mondovì e la sua provincia" a cura del Centro Culturale Mombasiglio)

Questo luogo resta composto di case disperse sovra la cima d’un monte; dividesi in dieci piccoli membri, il principale de’ quali chiamasi il piano, in poca distanza di quale, e sovra la maggiore altezza di detto monte, trovasi un’antichissimo castello appartenente a’ marchesi Ceva, alla falde del quale esiste la Chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Giorgio il secondo di detti membri vien chiamato il Bosso ove trovasi una cappella sotto il titolo della Madona della Neve.

3° Siolo, ove esiste pure una cappella sotto il titolo di S. Sebastiano, 4° Costa, 5° Chiosa ove vi è un’altra cappella sotto il titolo di S. Gioanni, 6° Roatta de’ Maestri, dove vi è pure altra cappella sotto il titolo di S. Giacomo propria della fameglia Fechini di Bagnasco, quale vien provveduta delle paramenta ed altre cose necessarie a spese di detta fameglia 7° il piano sottano ove trovasi una cappella sotto il titolo di S. Carlo, 8° la Crosa dove esiste altra cappella sotto il titolo di S. Rocco, 9° Roata soprana, 10° Costa di pane, ove vedesi altra cappella sotto il titolo di S. Bernardo; tutti detti membri sono discosti dal principale, o sia dal castello un mezzo miglia circa, dalla città di Mondovì miglia 10. 43 da quella di Torino; in tutte dette cappelle non si celebra la Santa messa salvo nel giorno della loro rispettiva festa, o che per qualche altra particolare urgenza ne richiedesse il bisogno, e vengono tutte mantenute a spese, e con elemosine de’ particolari. In detto quartiere del piano, ed in contiguità della chiesa parrocchiale trovasi una confraternita de’ disciplinanti coll’abito bianco sotto il titolo di S. Gioanni Evangelista senza redditi.

Confina questo territorio con quelli di Ceva, Bagnasco, Lisio, e Scagnello luoghi distanti da questo fatta una comune un miglia e mezzo.

Vi sono in questo luogo e suo territorio solamente due preti, cioè il sig. Don Gioanni Uberto e Don Remigio Biga, il primo Paroco, ed il secondo Capellano di detta confraternita, sendo li redditi della Parocchia a carte.

Vi sono altresì tre Chierici. Evvi pure tre telari da tela.

Sebbene l’aria sia molto salubre il paese però è molto freddo, sendo sempre l’ultimo de’ luoghi circonvicini, che vedasi senza neve, gli abitanti però sono forti e robusti, scaltri, e dediti al negozio dell’olio d’olivo, che dal principato d’Oneglia, e riviera di Genova conducono in Piemonte.

Le migliori e più commode fameglie sono le seguenti: Andrea Beltramo, Gioanni Domenico Beltramo, Bartolomeo e fratelli Uberti, Giuseppe Braco, Domenico Biga, Benedetto Fechino.

Li rimanenti particolari travagliano alla compagna.

Il corpo del Conseglio è composto di tre soggetti compreso il Sindaco, non ha la comunità alcuna casa propria, sendo l’archivio reposto in una casa d’affitto propria di Bartolomeo Francesco de Gregori sita nel quartiere della Costa, le scritture sono ben tenute, ma il cadastro per la sua antichità trovasi in mal stato, motivo per cui si sono dati gli ordini opportuni per la rifforma.

La giurisdizione di detto luogo è divisa, e spetta cioè un quarto al sig. Marchese Camillo Raffaele Ceva abitante in detto Castello, la metà al sig. Marchese Solaro di Moretta, ed il rimanente quarto tra li signori Conte Francesco Antonio Ceva, Vassallo Gallo, e conte Ichero Malabaila, abitanti cioè il primo in Ceva, il 2° in Mondovì ed il 3° in Cherasco.

Le nostre belle montagne viste da Bottifollo