Cenni storici
 
Per ritornare
alla pag. principale
cliccare sulla croce
in alto a destra

Casalis (Dizionario geografico degli Stati di S.M. il re di Sardegna, 1837)

 


L'antico villaggio di Lezegno, nel secolo X, trovavasi compreso nell'ampia contea di Auriate , posseduta dai marchesi di Susa: ne fa menzione una carta del 1013, la quale venne prodotta in un giudicato, tenuto da Adelberto messo imperiale nella città di Carignano, nel palazzo di Alrico vescovo d'Asti, fratello del marchese Olderico Manfredo, il quale unitamente a sua consorte nell' auzidetta carta vendette per la somma di cento soldi di buona moneta di argento al prete Alfredo o Sigifredo, figliuolo del fu Rodolfo, il castello di Lesegno con tutte le sue dipendenze, fra le quali si notarono due cappelle, una dedicata a santa Maria, l'altra a s. Nazario, e per la stessa vendita gli cedette ancora un tenimento di giornate 340.


Entrata nell'area del castello do Lesegno Villa
Nel secolo XII, cioè nel 1154 si vede che questo castello per imperiali concessioni passò nel dominio della chiesa d'Asti.
Dopo la metà dello stesso secolo, l'imperatore Corrado III diede al conte Oberto, od Alberto la rocca di Lezegno insieme con quelle di Torre S. Michele e di S. Paolo; donazione, che fu confermata da Federico I con suo diploma del 1152.
A malgrado di ciò, la chiesa d'Asti persisteva ne'suoi diritti sopra Lezegno, e coll'intendimento di difenderli contro i possenti Biandrati, ne investì il marchese Bonifacio di Savona rinomato guerriero a que' tempi, il quale dopo averlo acquistato colla forza delle armi, lasciollo a'suoi discendenti: di questi Guglielmo II credette che gli fosse utii cosa di assicurarsene il possedimento mercè della conferma conseguitane dal vescovo Nazario II, perché i suoi diritti ne fossero difesi contro il comune di Mondovì.
Lezegno passò quindi al marchese Guglielmo di Ceva secondogenito di Giorgio I, il quale, come tutti gli agnati di questa stirpe, unitisi dopo la metà del secolo XIII al marchesi di Cravesana, ai signori di Ormea, di Noceto, di Battifollo, Monasterolo , Scagnello, Massimino , Cusio, Pornasio, ed eziandio al comune di Mondovi, mossero al marchese di Ceva Giorgio II, primogenito di Giorgio I, una guerra così aspra , che trovandosi egli impotente a sostenerne il peso, gettossi disperatamente in braccio agli astesi, dichiarandosi loro vassallo per la più parte delle sue terre; e a ciò fu indotto perché più non fidavasi agli ajuti del comune di Genova, che intendeva di profittare delle discordie de' principi Cevesi per ingrandirsi de'loro stati, ed eziandio perché gli era divenuto infruttuoso il patrocinio della scaduta possanza de' provenzali.
Si fu allora che lo stesso Giorgio II detto il Nano, potè vincere i mondoviti, e togliere gli stati suoi al marchese di Lezegno, e farlo anzi esiliare dagli Uomini di Mondovì.
Ciò non pertanto per la mediazione del comune dAsti e per non vedere venduti ad altri i beni già posseduti dal signor di Lezegno, risolvette Giorgio II di comperare da Guglielmo suo zio questa terra assieme col suo castello, e con molti altri luoghi, per sessantamila lire genovine l'anno 1299.