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pag. Ceva
 
 
La chiesa della Consolata
 
Dal libro "Ceva in tutti i tempi" di padre Giuseppe da Bra
  Il titolo di questa chiesa è il più soave di tutti al cuore dei fedeli e noi ne dobbiamo parlare con filiale devozione come omaggio a Colei, che dal cielo è fonte di ogni nostra consolazione..
Nel punto dove sorge ora questa cappella vi era anticamente un pilone con l'immagine di Maria e, accanto, una sorgente d'acqua che in vecchi documenti troviamo nominata sotto il nome di Gotrosa di significato ignoto, conscrvata ancora nell'interno della chiesa.
Ma invece sappiamo con sicurezza', che la popolazione di Ceva e dei dintorni professava una grande devozione a questo simulacro e nel 1647 l'arciprete Ippolito Derossi, d'accordo con il vescovo di Alba, mons. Brizio, collocò la prima pietra dcl sacro edificio.
Uno scrittore contemporaneo, Della Chiesa, ne fa mcnzione nella sua Corona Reale (pag. 145) con queste parole: " Ai giorni nostri si è fabbricato a Ceva un tempio dedicato alla Madre del Signore, nel quale quotidianamente si ricevono dai fedeli varie grazie ".
Uno dei più fervidi devoti e promotori della Consolata fu il medico Stefano Calandri, che fin dall'inizio fondò un beneficio con ricca dotazione.
La sua forma architettonica è ottagonale, di vago aspetto, con bella facciata e spazioso portico.


 
 
 
 
L'area fu ceduta gratuitamente dai fratelli Antonio e Matteo Moretti.
La civica amministrazione concorse alle spese della costruzione, obbligandosi ad intervenire in corpo alla processione, che vi si faceva ogni anno il giorno 8 settembre.
La festa era preceduta da una novena predicata, istituita con un legato dalla signora Elisabetta Quarra. In origine, molti furono i fondi in denaro e in beni stabili, che formavano una pingue dotazione della cappella, ma essi andarono perduti, parte nel periodo degli incameramenti sotto Napoleone e parte nella confisca dei beni ecclesiastici, avvenuta nel l866..



 

Per cura di D. Uberti Giuseppe, nel 1846, si fece ampliare il tempio con una rotonda, che comprende l'altare maggiore e forma una specie di coro; si abbellì l'interno con buone pitture, opera del concittadino Pietro Bergallo.
Vista laterale della cappella