La Società Operaia
La canzone in sottofondo è stata composta (parole e musica) da Filipin Gambera.
In via Pallavicino, a pochi metri da via Marenco, dove attualmente c'è la sala conferenze della Biblioteca Civica, aveva sede la Società Operaia. Nella attuale sala riunioni si tenevano serate danzanti con musica a volte prodotta (nelle serate più povere) da un "piano a manovella": si caricava la molla e per tutta la durata della carica si poteva ballare.
Il nostro autore ricorda quando, agli inizi del secolo, ballava con l'innamorata.
Testo piemontese

 

Da notizie de "Il falconiere"

 



Fondata negli anni '860 aveva una notevole attività non solo assistenziale, ma anche culturale e ricreativa.
Importante erano la biblioteca della società e le scuole serali per i soci e i loro figli, che intendevano elevare la loro posizione sociale e culturale, come risulta da notizie riportate dal settimanale di Ceva "Il Falconiere".


Sulla sinistra la bella costruzione della vecchia
Società Operaia e la salita al castello
La sala grande era anche sede, in varie occasioni, di riunioni e conferenze.
Trascriviamo qui di seguito un articolo di un socio che descrive la serata danzante di sabato 5 marzo 1892.
Era, tra l'altro, l'anno in cui si costruì la passerella (palancola) del Broglio collaudata proprio nell'aprile dello stesso anno.

Da "Il Falconiere" del 6 marzo 1892

Una serata da ballo alla Società Operaia
Fu brillantissimo! - Ecco la definizione più appropriata. E se riuscì un bel ballo in se stesso fu contemporaneamente una di quelle simpatiche feste di famiglia che lasciano in chi le presenzia un vivo desiderio di vederle ripetere.
Erano le 9 1/2 di sabato sera, e l'imponente salone della Società, elegantemente addobbato, con profusione di specchi che riflettevano mirabilmente la luce dei doppieri, ( la luce elettrica arriverà a Ceva solo qualche anno più tardi n.d.r.) pareva andasse superbo dell'onore che gli veniva reso da una quarantina di allegre coppie di danzatori e danzatrici, i quali, schierati alla queue, non attendevano che il segnale di attacco per slanciarsi nel vortice delle danze.
L'archetto dell'amico Camillo fece una piccola evoluzione, e tosto le sale risuonarono delle vibrate note di una magica polca, che scosse più vivamente l'elettricità degli impazienti ballerini.
E qui mi sdebito subito verso la brava orchestra, col fare un sincero elogio ai bravi maestri Molizzi e Fresco, e ai distinti dilettanti Francia e Revelli, i quali maestrevolmente seppero sfidare e risistere per tutta la notte all'intrepidezza degli instancabili ballerini e graziose ballerine.
Anche le signorine Torti e Garrone vollero, con squisita gentilezza, dar saggio della loro abilità al pianoforte suonando alcuni briosi ballabili. Ad esse pure un sentito encomio.
Intanto le mazurche, la polche ed i valtzer si succedevano febbrillmente e l'animazione delle danze cresceva, cresceva...finchè venne l'una dopo mezzanotte ad avvertire che Tersicore desiderava un tete a tete col bravo cuoco Fontana, a suon di bicchieri, di piatti e di forchette...Figuratevi 150 persone d'ambo i sessi, che fra allegria e buon umore, tra frizzi scherzevoli ed educati, fra risate sonore siano accupate a far ballare i singoli trentadue per far onore all'obbondante servizio, dal rinomato salame di Ceva al prosaico risotto, dalla lingua...salata ai pollastri, dagli amaretti Vigliero alla tradizionale fiocca (regalo questo d'un socio gentile); immaginate tutto ciò ed avrete una pallida idea di quanto si svolse in quelle sale durante un'ora.
Verso le due si ripresero le danze, che si protrassero allegre ed animate fino alle 6 del mattino.
L'ordine e l'armonia furono specialmente la nota caratteristica della brillante festa, e se in ognuno era vivo il rincrescimento di doversene allontanare collo spuntar del giorno, era altrettanto generale l'esclamazione:
- Oh che ballo! oh che bel ballo.
Firmato: Un socio