Dal libro "Erbe di città" vol I - di Giovammi Appendino
- Riccardo Luciano - Renzo Salvo - ed ArabaFenice.
L'ortica è una pianta conosciuta da tutti, purtroppo più
per il suo potere irritante (urticante, e la derivazione dal latino urere,
bruciare, la dice lunga) che per le sue numerose virtù. Prima di
tutto, si tratta di una pianta alimentare, usata industrialmente come
fonte di clorofilla, e quindi consumata anche da chi pensa di non averlo
mai fatto. Poi, è una pianta da fibra, utile per impieghi industriali
e tessili. Da ultimo, ha anche proprietà medicinali, alcune delle
quali sono state confermate dalla ricerca clinica moderna.
Le proprietà irritanti dell'ortica sono dovute alla presenza sulle
foglie e sui fusti di peli a forma di capocchia di spillo che agiscono
come dei veri e propri aghi ipodermici. La punta dei peli si rompe facilmente,
lasciando una piccola superficie appuntita che penetra nella pelle, dove
viene liberato il contenuto del liquido presente nei peli, che è
sotto pressione. Questo meccanismo è alla base dell'osservazione
che l'ortica non punge le mani se la si afferra in modo stretto, dato
che la rottura della punta dei peli richiede uno sfregamento. La natura
del secreto ghiandolare è rimasta a lungo misteriosa. Gli studi
più recenti hanno escluso il coinvolgimento di tutti i classici
composti identificati come possibili indiziati in passato (istamina, acetilcolina,
serotonina, acido formico), dimostrando che il principio irritante dell'ortica
è una miscela di acido ossalico e acido tartarico. Quando iniettati
sotto cute, questi composti, altrimenti innocui, provocano dolore intenso
e duraturo, proprio come le punture da ortica. La questione è,
in ogni caso, molto dibattuta (gli esperimenti sono stati fatti su un'ortica
dell'Estremo Oriente e non sulla nostra), ed il meccanismo con cui questi
due acidi provocano dolore persistente è sconosciuto. Non si tratta
di un effetto aspecifico legato alle proprietà acide, perché
l'acido formico, che è più forte, non provoca questo effetto.
Esistono vari rimedi per le punture da ortica. Quelli più diffusi
nella medicina tradizionale sono basati sul trattamento della zona arrossata
con varie piante, come la coda cavallina, la parietaria o la pagina inferiore
della foglia di una felce. Non è chiaro quanto siano efficaci,
e oggi si preferiscono i farmaci anti-prurito, come anti-istaminici e
cortisonici.
Le proprietà irritanti ed arrossanti (rubefacenti) dell'ortica
sono state utilizzate in passato nella medicina popolare per combattere
i reumatismi, ed anche per riscaldare il corpo. La diceria che i legionari
romani si difendessero dal freddo intenso del nord Europa mettendosi sulla
pelle delle ortiche sembra priva di fondamento, se non altro per il fatto
che la pianta non sopravvive al freddo invernale e allo stato secco perde
il potere urticante, ma la pratica feroce e quasi sadica dell'"urticazione"
è ben documentata nella letteratura medica. In pratica, venivano
sfregate sulla pelle delle fronde fresche di ortica, nella convinzione
che il dolore intenso provocato dalla puntura lenisse quello proveniente
dagli organi sottostanti, e avesse un'azione rivitalizzante in caso di
astgenia. Nel caso del dolore, qualche forma di sollievo doveva esserci,
perché la pratica è sopravvissuta a lungo nella medicina,
e la scoperta nella pelle di una serie di sensori "accesi" (attivati,
nel linguaggio scientifico) dai classici rubefacenti della medicina popolare
(canfora, peperoncino) ed implicati nel dolore, ha dato credito a questa
forma di terapia. L'utilizzo di creme al capsico per il trattamento del
dolore neuropatico rappresenta, per certi versi, la versione moderna della
pratica dell'urticazione.
Le parti sotterranee dell'ortica (rizomi e stoloni) sono di un bel giallo
intenso, e sono anche gialle le parti interne della pianta. L'ortica è
una pianta tintoria, da cui si ottengono due tinture diverse, verde dalle
parti aeree, e gialla da quelle sotterranee. L'associazione del giallo
all'ortica può sembrare strana, ma se tagliamo trasversalmente
un fusto di ortica, vediamo che la sua parte interna è intensamente
colorata di giallo. Il colore verde intenso dell'ortica è dovuto
al contenuto molto alto di clorofilla, e quello giallo ai polifenoli (cumarine
e flavonoidi).
Gli usi medicinali dell'ortica sono davvero molti, e non solo a livello
topico. L'ortica era, in passato, una delle piante più usate per
indurre la diuresi, un utilizzo documentato non soltanto dagli scrittori
medici del passato, come Teofrasto e Dioscoride, ma addirittura in alcune
ricette di Copernico, che oltre che astronomo e religioso, era anche medico
del principe vescovo di Varmia, la regione in cui era nato. Il succo della
radica ha proprietà emostatiche, ed era uno dei più comuni
rimedi per fermare il sanguinamento del naso. Oltre che come diuretici,
i decotti della pianta erano usati per il trattamento di condizioni infiammatorie
e del catarro bronchiale, ma, attualmente, l'utilizzo medicinale più
importante è quello delle radici, i cui estratti trovano largo
impiego, soprattutto in associazione ad altri estratti erbali, per il
trattamento sintomatico dell'ipertrofia prostatica benigna. I principi
attivi non sono del tutto noti, come pure i loro meccanismi. Paradossalmente,
gli estratti delle radici di ortica sono anche usati dagli appassionati
di body-building, in quanto conterrebbero composti (dei lignani) in grado
di aumentare la concentrazione libera di testosterone, spostandolo dalle
proteine che lo legano e trasportano nel sangue. Gli estratti di ortica
sono popolari in cosmetica come agenti anti-forfora, soprattutto per rendere
i capelli patinati e per stimolarne la crescita. Mancano in ogni caso
studi che ne confermino le proprietà cosmetiche.
L'ortica può essere mangiata, ed esistono vari siti internet dedicati
agli appassionati delle ricette a base di ortica, a dispetto delle indicazioni
di Galeno, che considerava la pianta come utile solo in caso di carestia.
Cotta, l'ortica perde del tutto il suo potere irritante, ed ha un sapore
simile agli spinaci, con una nota dolce che mitiga l'amarezza di molte
erbe spontanee. Le foglie di ortica si usano in minestre, frittate, risotti
e ripieni, e rappresentano un'ottima fonte di proteine, presenti in quantità
molto elevata per un tessuto di questo tipo (fino al 25% del loro peso
secco). L'elevato concentrazione di proteine, e quindi di azoto, è
alla base dell'uso dell'ortica come "attivatore" per il compostaggio
dei rifiuti organici. Nella nostra cucina si ricorda la zuppa di ortica,
ma la pianta è molto versatile e si presta anche ad altri usi,
uno dei più importanti dei quali è l'aromatizzazione del
formaggio. La pratica è diffusa soprattutto nel nord Europa, ed
è usata, ad esempio, per alcuni tipi di formaggio Gouda. L'ortica
è anche usata per aromatizzare bevande alcoliche, e l'esempio più
noto è quello del "cordial", una bevanda popolare in
Inghilterra, dove l'ortica è anche usata per aromatizzare la birra.
Il "cordial" inglese non ha nulla a che vedere con i "cordiali"
del continente, che sono liquori digestivi a base di spezie (il famoso
Cordial Campari non era verde!). L'ortica trova anche uso nella nutrizione
animale, addizionata al foraggio come un vero e proprio alimento funzionale,
in grado di fornire dosi elevate di proteine, e di prevenire le infezioni
intestinali , soprattutto di polli e conigli. L'ortica è anche
l'unico alimento di cui si cibano le larve di alcune fra le più
belle specie di farfalle, ed ha quindi un ruolo ecologico importante.
Non è mangiata dalla maggioranza degli erbivori, e fornisce un
rifugio sicuro a molti insetti.
E' anche un indicatore di fertilità del suolo, dato che richiede
elevate quantità di azoto e fosforo per crescere. L'ortica è
tipica quindi dei luoghi disturbati o delle case abbandonate, e accumula
questi elementi, giustificandone l'uso come fertilizzante nell'agricoltura
biologica.
Le curiosità legate all'ortica non mancano. Quella più strana
è forse il campionato del mondo dei mangiatori di ortica, che si
svolge in Inghilterra dall'inizio degli anni novanta. Ai partecipanti
vengono dati dei fusti di ortica lunghi circa 60 cm, ed i partecipanti
(65 nel 2009) devono togliere le foglie e mangiarle crude. Vince chi,
in un'ora, ne mangia di più. L'evento richiama persone da tutto
il mondo, ed esistono regole precise, che vietano, ad esempio, l'utilizzo
di anestetici locali sulla lingua. I masticatori di ortica riescono a
far rompere i peli urticanti sui denti, neutralizzando il potere irritante
della pianta.
I fusti maschili dell'ortica, che è una pianta dioica, rappresentano
un'ottima fibra, usata in alternativa a lino e canapa. L'utilizzo tessile
della fibra di ortica è antichissimo, e sono stati scoperti dei
sudari in canapa risalenti all'età del bronzo. Paradossalmente,
i tessuti di ortica sono più morbidi di quelli di cotone, e l'ortica
è stata usata in passato come fibra tessile, soprattutto per le
divise dei soldati quando mancava il cotone. A seguito del blocco navale,
gli eserciti di Napoleone vestivano divise di ortica, ed anche i soldati
della Germania e dell'Impero Austro-Ungarico alla fine della I guerra
mondiale indossavano divise fatte con la fibra di ortica. Negli anni scorsi,
un'azienda italiana ha lanciato con successo una linea di tessuti ecologici
a base di fibra di ortica, che è cava al suo interno ed ha proprietà
isolanti, utili per mitigare il calore estivo nei mesi caldi, e mantenere
il corpo caldo nei mesi freddi.
Poche piante hanno la versatilità dell'ortica, una vera e propria
specie tuttofare, la cui utilità meriterebbe di essere meglio conosciuta
ed apprezzata. E' una pianta molto comune, ma non si è ancora capito
bene quale siano i composti responsabili ed i meccanismi implicati nelle
sue proprietà medicinali (ipertrofia prostatica) e nell'azione
irritante. Sembra incredibile, ma la scienza è riuscita a mandare
l'uomo sulla luna e non ancora a capire come fa l'ortica a pungere!
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